Pulp Fiction - L'opinione che non vorresti leggere

Insulso [in-sùl-so] agg. - Che irrita o delude per la banalità e la sciocchezza; insignificante, sciocco.

Chiunque non l'avesse visto sappia che non si è perso nulla. Non vi aggiungerà niente. Questo è un film che viene consigliato da tutti a tutti, considerato un capolavoro, io vittima di questo meccanismo, creo questa recensione sperando che chi non l'abbia ancora visto non commetta il mio stesso errore: fidarsi dei pareri unanimi. Un capolavoro non può essere irrealistico. Questo film è irrealistico, e non si tratta di sparatorie o sermoni, si discute di altro. Sono irrealistici tutti i personaggi, tutte le decisioni che, i protagonisti delle tre storie raccontate, prendono, le scelte non vengono ponderate come farebbero tutti. Potrebbe essere tollerabile se fosse un eccezione, ma quando è una caratteristica comune diventa irritante.
Le scelte illogiche sono parecchie:

  • Partiamo dalla rapina alla tavola calda, la prima sequenza del film. Mi domando come sia possibile che da una tranquilla discussione, farcita di contraddizioni,  si possa arrivare a prendere una decisione come quella di effettuare una rapina non premeditata, situazione che come ci è stato insegnato al cinema, va pianificata, d'altro canto il pericolo che qualcosa vada storto è dietro l'angolo. E' decisamente una scelta stupida, neanche 5 minuti di film e subito una scelta irrazionale. Tra l’altro qualcuno mi spieghi il senso di questa storia, si vedono giusto pochi minuti tra l'inizio e la fine. A chi importa.
  • Continuiamo parlando della conversione di Jules, da gangster a barbone, che è, se vogliamo ancora più ridicola. Sembra che fino a quel momento avesse consegnato pizze, non sono un esperto, e nel film non ci viene chiarito, ma credo che faccia il suo "mestiere" da parecchio, e chi lo fa penso che più volte venga esposto a sparatorie, e se è ancora vivo vuol dire che di "miracoli" ce ne devono essere stati parecchi. Tutta la sua reazione è ingiustificata. Passare da gangster a barbone è una scelta irrazionale, soprattutto non una scelta pesata, e mai e poi mai uno la confesserebbe in quel modo, è stata inserita giusto per citare Carradine in 'Kung Fu'. Trovatemi voi il senso.
  • Passiamo ora all'overdose di Mia, cocainomane, mi pare assodato. In quei momenti a rispondere non è la ragione ma istinti incontrollabili. Però, ragioniamo un po’, essendo la moglie del boss, intuiamo che la droga non gli manchi, davvero era necessario sniffarsi l'eroina di Vincent. Era davvero necessario appena tornata a casa sniffarsi qualcosa di cui non ne conosceva l'origine? Credo di no, agire in questo modo è inverosimile, va contro i propri interessi. Scena molto stupida. Chissà a cosa è servita tutta la sequenza tra Uma Thurman e John Travolta, i personaggi non hanno nessun sviluppo, ed è nessuno lo sviluppo che porta alla "trama". Rimane un mistero, altro che valigetta.
  • E infine il mio preferito, lasciando perdere per un' attimo il ridicolo espediente dell'orologio d'oro, e concentriamoci sulla sequenza successiva, il recupero dello stesso. Dunque, mi domando,  per quale razza di motivo Vincent Vega, inviato ad uccidere Butch, decide di andare nel bagno della casa del suo bersaglio, lasciando addirittura il mitra fuori, perché? Come scena dovrebbe far ridere, purtroppo è tristemente stupida.

Mi fermo qui con l’analizzare le carenze logiche, solo perché diventerei troppo prolisso. Ho deciso di concentrarmi su questo difetto perché lo ritengo molto grave, ma ce ne sarebbero molti altri. Il capolavoro del cinema non può avere così tante pecche. E non agganciamoci al clichè che recita: "sono i difetti a rendere unica e meravigliosa un’opera", perché non è così. Quando una cosa è piena di difetti la chiamiamo: brutta, senza giri di parole. Ovviamente non la pensano in molti come me visto il successo del cult.
Ragioniamo allora sul motivo che lo ha portato al successo.
Uno dei motivi del suo successo deriva da una scelta azzeccata. Nel film c'è una frase detta da Mia Wallace, quando sta cenando con Vincent Vega che riassume perfettamente ciò che è stato fatto nel film:<<'Why do we feel it's necessary to yak about bullshit in order to be comfortable?'>>. Inconsapevolmente o meno il film si comporta così, tenta in tutti i modi di evitare i silenzi imbarazzati, riempiendo di dialoghi e scenette fine a se stesse tutte le situazione cercando di mettere a proprio agio lo spettatore, tra l’altro, ai miei occhi risultando incredibilmente noioso. Quel contorno non interessa a nessuno a parte quel 'we' della citazione, che sente il bisogno di essere bombardato costantemente per evitare il disagio.
Più che a riferirsi alla violenza gratuita, agli insulti razzisti, alla trama insensatamente cronologicamente sfasata, quelli che sostengono che Tarantino, il genio, ha inventato un genere, intendono proprio il metodo del riempimento, il non lasciare mai solo lo spettatore, evitare che possa ragionare, inserire il pilota automatico e aspettare di arrivare a destinazione.
Perché se davvero qualcuno ritiene che Tarantino abbia inventato un genere, intendendo il ‘pulp’, la situazione si farebbe ridicola. Già negli anni venti si scrivevano storie 'pulp' che venivano pubblicate quotidianamente nei giornali. I film in bianco e nero sono colmi di queste modalità di narrazione, quindi mi sento in dovere di bocciare questa teoria.
Oppure, c'è chi presume che inventare un genere voglia dire utilizzare le "citazioni" (chiamandole così assumono tutto un altro significato). Se si tratta di questo, allora, non ci vuole chissà quale sforzo, è necessaria una poltrona e un televisore, e sarai in grado anche tu di farti una "cultura" cinematografica, scegliere un genere in decadenza, riempirlo di citazioni pop, se è possibile tralasciando la trama, ed ecco fatto: inventato il genere.
Tra le Iene e Pulp Fiction passando per Kill Bill, ci sono una serie infinita di scene e frasi rubate ricomposte a mo’ di puzzle tentando di darne un senso, una quadratura. Per inventare, però, bisogna creare qualcosa che non esista già e per forza di cose i film da cui ha "citato" già esistevano, e all'ultimo controllo anche i puzzle, possiamo smentire, quindi, con certezza questa fastidiosa diceria. Tarantino non ha inventato nessun genere e Pulp Fiction è un film ampiamente perdibile. 

Tra l’altro restando semplicemente negli anni ‘90, esistono tanti film, che sono dei classici, a cui Pulp Fiction non riesce ad avvicinarsi minimamente, sia come significato, sia come recitazione e trama: Le ali della libertà, Schindler's List, Fight Club, Quei Bravi Ragazzi, Il Silenzio Degli Innocenti, I Soliti Sospetti, Seven, Forrest Gump, Leòn, Terminator 2, American History X, Heat - La Sfida, L'esercito delle dodici scimmie, Ed Wood e Casinò.


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